venerdì 17 dicembre 2010

à chacun son école...Flaubert e il romanticismo.


Flaubert e il ROMANTICISMO.
Nascendo nel 1821, cioè un anno dopo "les méditations poètiques" di Lamartine, Flaubert sembra destinato ad essere un romantico. In effetti, spesso, nelle lettere agli amici, si lamenta del suo istinto lirico come fosse una malattia. Finito "Mme bovary" scrive in una lettera al critico Sainte-Beuve: "Sono un vecchio romantico arrabbiato". Molti anni dopo dirà all'amico Trugenev : "Sono un vecchio romantico, un fossile del romanticismo", questo ci basta a capire che la percezione che ha di sé non cambia negli anni.
Ma l'istinto, Flaubert lo combatte in nome di una ricerca personale che potrebbe essere riassunta nel consiglio che dà al suo allievo e amico Guy de Maupassant quando ancora non era noto. Gli suggerisce infatti di non avere fretta di pubblicare le sue opere (che è quel che egli stesso fece) e di imparare ad osservare con attenzione la realtà, raccontandola come nessuno ha mai fatto prima. Insomma, di farsi promotore di un'opera nuova e originale.
Il Romanticismo, come sappiamo, si sviluppa in tempi diversi in Europa.
In Francia, i primi fermenti del cambiamento li annuncia Mme de Staël, con i saggi "De La Littérature" del 1800, e "De L'Allemagne" del 1810 (censurato da Napoleone, fu dato alle stampe tre anni dopo, a Londra) . Con René De Chateaubriand, la religione cattolica, sminuita e "impedita" negli anni dei lumi, ritrova il suo posto in Francia, attraverso "Atala" del 1801, ben accolto da un popolo ormai stanco del sangue versato durante la rivoluzione (e durante gli anni del terrore) per questo ansioso di "fare pace" con la spiritualità, quindi con la parte più irrazionale che compone il nostro essere.

Nel 1820, la raccolta poetica "Les Méditations poétiques" di Alphonse Lamartine è accolta con grande entusiasmo dal pubblico. Sainte-Beuve e Verlaine ricordano qualche anno dopo che, solo chi c'era può capire l'eco di quest'opera su una generazione che in essa s' immedesima del tutto. Per alcuni infatti, la data di nascita ufficiale del romanticismo, è il 1820.
Ma la vera svolta avviene nel 1830: Anno delle Tre Gloriose, ovvero di un fatto storico che segna la fine del Regno dei Borboni in Francia e l'ascesa al potere del primo Re Borghese Luigi Filippo D'Orléans, non più re della Francia, ma dei francesi!


Il manifesto pittorico del romanticismo è rappresentato da un enorme dipinto (Oggi esposto al museo D'Orsay a Parigi) di Eugène Delacroix: "La liberté guidant le peuple", "La libertà che guida il pololo dunque, e s'ispira proprio alle tre gloriose, cioè a tre giornate in cui borghesi e operai, insieme innalzano barricate lungo le vie e combattono per le strade fino ad ottenere la deposizione di Carlo X. Delacroix non vi partecipa, ma scrive in una lettera al fratello: "se non ho mai vinto per la patria, almeno avrò dipinto per lei".
In letteratura manca (prima del  1830)  un opera che rompa in modo netto con il passato classico che ancora troneggia attorno alla figura di Auger, direttore dell'accademia Francese. Gli oppositori della cultura classica esistono e sono tanti, ma sono divisi da idee politiche divergenti: I Liberali come Stendhal, scrivono per il giornale "Le globe" e frequentano il salotto di Decleuze, i conservatori come Hugo, Vigny, Deschamps, scrivono per "Le conservateur littéraire" (creato dai fratelli Hugo nel '19) e per "La muse française". Ai tempi il romanzo è ancora recepito come un genere minore, il teatro invece, conserva il prestigio dei tempi di Racine, Corneille e Molière. Hugo capisce che è a teatro che il romanticismo deve affermarsi.

Per fronteggiare l'attacco dei classici, liberali e conservatori alla fine si uniscono. Hugo diventa loro leader. "Voglio essere Chateaubriand o nulla" aveva dichiarato appena quattordicenne, e nella prefazione al "Marion Delorme" del 1829 si chiede "Perché adesso non dovrebbe venire un poeta che stia a Shakespeare come Napoleone sta a Carlomagno?". Shakesepare è per questi giovani scrittori un modello a cui ispirarsi, ciò non signigica che vogliono imitarlo (concezione tipicamente classica quella dell'imitazione)  Già Stendhal nel saggio: "Racine et Shakespeare" 1823-25, aveva contrapposto il genio inglese alla gloria nazionale, Racine. In questo stesso periodo, Merimée con "il teatro di Clara Gazul" (mistificazione letteraria del '25) aveva messo in pratica alcuni dei precetti auspicati da Stendhal, quindi un teatro in prosa, e non più in versi, la scelta di un soggetto di attualità, e naturalmente l'abbandono delle tre unità (spazio-tempo-luogo) in nome di una maggiore libertà espressiva. Le regole Aristoteliche di fatto, la libertà espressiva: "L'arte da le ali e non le stampelle"  afferma Hugo nella prefazione di: "Les Orientales" del 1829, raccolta poetica in cui vuole raccontare un Oriente visitato solo con la fantasia (Diverso per Chateaubriand e "I martiri"... per Nerval "voyage en Orient" o anche per Flaubert che dal viaggio in Oriente trae spunto per Salammbò. Hugo invece, si sposta solo con la fantasia)  
Dopo la censura di: "Marion Delorme", nel '29, Hugo scrive in pochissimo tempo un poema drammatico in cinque atti, dal titolo "HERNANI", ambientano in Spagna (come già era successo per il provocatorio "Cid" di Corneille) e l'opera sarà rappresentata nel 1830 suscitando un vero scompiglio in sala. I difensori del romanticismo indossano giubbe rosse. Fra loro: Gautier, Nerval, Sainte-Beuve, Vigny... i classici, indossano il tradizionale abito nero. La bagarre si concluse con l'affermazione del romanticismo e la fine della querelle fra classici e romantici.

Fra 1830 e 1848 la Francia assiste alla definitiva affermazione della borghesia, quindi dell'industira e delle scienze. La classe operaia paga il prezzo maggiore. Per la ricchezza di pochi, masse sconfinate di esseri umani vive in condizioni molto difficili. Balzac è uno dei primi a capire che il liberismo economico promosso da Luigi Filippo D'Orléans, era in verità un perpetrarsi di vecchi soprusi con nuovi nomi, per questo torna ad essere un monarchico conservatore. E' sua opinione che il paese abbia bisogno di un potere forte e assoluto che possa guidarlo.
Lo scrittore romantico è convinto di poter agire sulla storia e modificarla. Attorno agli anni '50 però questa impressione cambia, e gli scrittori si limitano a raccontare quello che accade, piuttosto che promuoversi condottieri (vedi Hugo in "I raggi e le ombre" del '40 in cui definiva il poeta come un profeta, dunque una guida per il popolo). Sono gli anni del "realismo", etichetta affibiata erroneamente anche a Flaubert, come vedremo.
Nel mezzo però, fra il trenta e il cinquanta, ci sono altre cose da sottolineare:
Il romanticismo si afferma a teatro grazie a Hugo, come abbiamo visto, con L'Hernani (1830), ed è sempre Hugo che chiude questa parentesi col fallimento di "les Burgraves" del '43. Il pubblico gli preferisce un'opera classica. "Pura reazione" commenta Sainte-Beuve. Dopo questo fallimento Hugo non scrive più per il teatro, forse non a caso.
Il romanticismo però da segni di cedimento già pochi anni dopo la battaglia dell' Hernani. Gautier, nel 1833  pubblica "Les Jeunes France", in cui deride alcuni vezzi dei giovani romantici, che definisce "preziosi ridicoli", richiamando alla memoria l'opera di Molière "les précieuses ridicules" (1659). Musset invece si dedica proprio in questo periodo, alla realizzazione di un teatro pensato per la sola lettura, e così si stacca sia dal classicismo, sia dal romanticismo.
L'opera di Nerval si contraddistigue per l'effusione del sogno nella vita reale. Una dimensione onirica già sperimentata da Nodier, e in un certo senso da Chateaubriand, entra ora con forza in letteratura.  La follia è trasposta in letteratura creando un'opera estremamente nuova e originale (Umberto Eco parla di "Sylvie" come del racconto breve più bello che abbia mai letto). Balzac provvede, attraverso la sua "commedia umana" a rendere il romanzo un genere "degno", come gli altri generi. Insomma, sono anni di fermento e cambiamento, e in questo contesto cresce, a Rouen, Gustave Flaubert, in una famiglia di chirurghi positivisti. Durante gli anni della monarchia di luglio (1830-1848) Flaubert scrive circa quaranta opere che non pubblica, e che gli permettono di definire il suo stile e di liberarsi dalle influenze giovanili. (Rousseau, Scott, Sade, Nodier, Dumas, Balzac, Hugo, Goethe, Byron ...)
Alcuni titoli:
  • 1837 Passion et vertu: Anticipa di circa 20 anni Madame Bovary (un' adultera uccide marito e figli) 
  • 1837 Le colibri: giornale di Rouen al quale Flaubert collabora con saggi e racconti autobiografici. 
  • 1838 Mémoires d'un fou: Autobiografico. Qui s'ispira al suo amore per Elisa Schlesinger, nei panni di "Marta". Nello stesso anno inizia Smarh, mistero medievale  che anticipa le Tentazioni di S. Antonio
  • 1842 Novembre, l'opera migliore fino ad ora. Racconta dei suoi sogni giovanili e fa un bilancio della sua adolescenza dai toni romantici, che proprio in questo periodo, secondo l'autore, finisce. Non pubblica l'opera ma la legge ogni tanto. Al centro del racconto, la figura di "Marie" prostituta. Secondo molti critici questa è un'opera chiave per penetrare la sua personalità.
    • ps: un anno prima, nel '41 aveva iniziato Legge a Parigi, ma detesta il diritto, e trova assurdo che un uomo possa giudicarne un'altro. Forse non a caso nel '44 avrà una violenta crisi di nervi che lo costringerà a lasciare gli studi e ritirarsi a Croisset (con suo sommo sollievo).
      • Emma ha una crisi di nervi quando Rodolphe parte e la lascia al suo destino.
      • Félicité frustata da un carro di passaggio...pare descriva quello che sentì egli stesso durante la crisi di nervi.
  • 1845 finisce la prima stesura di "L'Educazione sentimentale": segna un ulteriore sviluppo della sua tecnica di scrittura. (In questo periodo legge "Il rosso e il nero" di Stendhal (1830), un libro ispirato da un fatto di cronaca.
  • 1846 comincia "les téntations de S Antoine". E' un anno difficile perché muore suo padre e anche la sorella Caroline, che lascia una figlia eponima, "Caroline" appunto, di cui si occuperà insieme a sua madre a Croisset. In cambio cresce l'amicizia con Bouilhet, già compagno di lieco, poi praticante di medicina dal padre di Flaubert, e anche lui, aspirante scrittore. Sempre in questo periodo conosce Louise Colet, nota autrice del periodo con cui inizia una relazione difficile che si protrae negli anni di elaborazione di Mme Bovary.
  • 1848, l'anno della rivoluzione che porterà alla caduta del potere di Luigi Filippo D'Orléans. Flaubert vi assiste con Du Camp e Bouilhet, e i fatti del periodo li racconterà nel romanzo "L'educazione sentimentale" del '69.
  • 1849 legge le Tentazioni di S Antonio ai suoi amici, Bouilhet e Du camp, e questi glie la bocciano, invitandolo a preferire uno dei tanti casi di cronaca di cui la vita borghese era piena. Intanto parte con Du Camp per un viaggio di due anni in Oriente.Viaggio in cui si sente costantemente emozionato. Annota ogni cosa, raccoglie impressioni.  
    • nel '50 a Gerusalemme, è disgustato per la mercificazione della religione, e a Istambul incontra il generale Aupick e la moglie (la madre di Baudelaire). Ricordiamo che Anche Nerval era rimasto deluso per lo scarto fra ideale e reale delle terre d'oriente.
    • in questo frangente scrive lettere a Bouilhet, in cui abbozza idee per prossimi progetti di scrittura. E' incerto fra:
      • Una notte di Don Giovanni.
      • Anubis, la storia di una donna che vuole farsi amare da un Dio, ma ha mille difficoltà (da cui scaturità "Salammbò)
      • La storia di una ragazza che muore vergine e mistica, dopo aver vissuto col padre, la madre in una piccola città di provincia. (Da cui "Félicité)
  • 1852 Colpo di stato di Napoleone 3°, e la Francia torna ad essere un impero.
  • 1856 Mme Bovary è pubblicato sulla "Révue de Paris" di cui Du Camp è direttore e vi applica svariate censure per evitare la censura ufficiale che, comunque, non tarderà ad arrivare.